Mario Draghi firma il suo primo decreto. Pasqua e Pasquetta tra divieti e restrizioni

In tutta Italia è vietato spostarsi tra regioni, anche se si trovano in fascia bianca o gialla. Si può uscire dalla propria regione soltanto per motivi di lavoro, salute e urgenza, possibilmente portando con sé il modulo di autocertificazione. In zona arancione è vietato anche uscire dal proprio comune di residenza e rossa.

Recita così il testo del nuovo DCPM, in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, un lungo arco di tempo all’interno del quale ricadono anche le festività Pasquali  che, in genere, sono un po’ il banco di prova per il movimento turistico dell’estate che verrà.

Dunque, per chi opera nel settore dell’accoglienza si prospettano mesi particolari, la situazione è piuttosto ingarbugliata. L’emergenza sanitaria è ancora in atto, con i suoi risvolti imprevedibili e, a tratti, ancora preoccupanti. Per molti addetti ai lavori è uno scenario poco chiaro che, oltre ad imporre una riflessione, deve indurre a trasformare l’emergenza in opportunità, sia per le attività ricettive, sia per gli ospiti.

Del resto, già lo scorso anno è stato inaugurato un nuovo concetto di accoglienza, ridisegnando il profilo dell’hospitality, enfatizzando peculiarità e caratteristiche in grado di esercitare un’attrattiva maggiore sui viaggiatori. In primo luogo la sicurezza, base di partenza per essere sul mercato, con l’adozione di regole certe, e rispetto delle stesse da parte di tutti.

L’emergenza è stata anche l’occasione per creare un’offerta sostenibile, con l’introduzione di nuovi accorgimenti dettati dalla necessità del momento ma che, a conti fatti, si sono rivelati un arricchimento ulteriore per i professionisti.

La consapevolezza condivisa è uguale per tutti: garantire salute e sicurezza nelle proprie strutture è un processo continuo, a volte complesso e delicato, ma necessario per far vivere soggiorni sereni agli ospiti e per creare un clima altrettanto sicuro per chi ci lavora.

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