Abusivismo, ripartenza, piano vaccinale e turismo di prossimità.
Il punto con Massimo Salomone, coordinatore gruppo tecnico Turismo Confindustria Puglia: <<Per superare questo momento di forte crisi – afferma – dobbiamo continuare a fare rete, senza lasciare indietro nessuno>>.
In questi anni il turismo extralberghiero è cresciuto in maniera esponenziale, ma questo non vuol dire che bisogna abbassare la guardia relativamente al fenomeno del “nero”, nonostante l’obbligo del CIS, il Codice Identificativo che censisce ufficialmente le strutture non alberghiere pugliesi. La piaga dell’abusivismo è da considerare ancora tale?
Nella nostra regione sono stati compiuti importanti e significativi passi avanti sul tema dell’abusivismo, grazie alla sinergia tra le associazioni di categoria del comparto, l’assessore, il direttore del dipartimento, ovvero nell’ambito del partenariato istituzionale. Infatti, la gran parte degli operatori del settore ha colto l’occasione per emergere, utilizzando lo strumento del CIS, ma il percorso non è ancora concluso. In sincrono con queste misure regionali bisognerebbe, da una parte rafforzare i controlli a livello comunale e dall’altra potenziare il percorso della valorizzazione turistica di quelle realtà extralberghiere in possesso del CIS. In tal modo si creerebbe un circolo virtuoso che coinvolgerebbe sempre ulteriori strutture. Peraltro, la piaga dell’abusivismo è abbastanza diffusa nel comparto del turismo, non la riscontriamo solamente nell’extralberghiero, ma anche tra le agenzie di viaggi, tra i tour operator, tra le guide turistiche, ecc. Gli operatori abusivi evadono le imposte e offrono prodotti e servizi ad un prezzo più basso, perché non gravati da una serie di costi. Insieme alle altre associazioni di categoria del comparto turistico, stiamo chiedendo l’istituzione di un corpo di polizia turistica regionale. Siamo certi che il governo regionale saprà cogliere e condividere la volontà di affrontare, arginare e risolvere il problema. Da parte nostra continueremo convinti a sostenere tutti gli operatori che operano nella trasparenza, nella legalità e nel rispetto delle regole.
ALEA è tra i soci fondatori di F.A.R.E, la federazione che riunisce sotto un’unica sigla, più di 40 associazioni extralberghiere disseminate su tutto il territorio italiano. Quanto conta, in questo momento, fare rete e dare un segnale forte di identità ricettiva?
Molte attività, peraltro componenti della filiera del turismo e di fatto rappresentate nel nostro gruppo tecnico Turismo di Confindustria Puglia come gli agenti di viaggi, i tour operator, gli albergatori, i termalisti, gli organizzatori di eventi (mice), le società di service per eventi, le sale ricevimenti, i balneari, i comunicatori del turismo e i gestori di porti turistici, stanno soffrendo e sono in ginocchio, ma la situazione è ancora più grave rispetto a quanto venga percepita. Il blocco dei licenziamenti e la protezione dei lavoratori dipendenti e del settore pubblico hanno preservato la maggior parte della popolazione dalle conseguenze immediate, ma tutti i settori produttivi sono fortemente provati: molte imprese turistiche hanno già chiuso e molte altre sono sull’orlo del baratro anche nella nostra regione. Per superare questo momento di forte crisi economica e sociale, dobbiamo riuscire a dimenticare al più presto la parola “resilienza”, continuare a fare rete e non dobbiamo lasciare indietro nessuno.
Riapertura. A tal proposito, lei ha invitato alla prudenza per non incorrere, nel pieno dell’alta stagione, in spiacevoli sorprese, suggerendo di impiegare questo tempo nella riorganizzazione e nella programmazione. Da cosa partire per rendere speciale l’imminente stagione estiva?
Avremmo dovuto preoccuparci innanzitutto di evitare fughe in avanti di altri paesi “competitor” (ad esempio Grecia e Spagna). Non sorprende che sia stata proprio la Grecia ad anticipare tutti, una delle nazioni europee meno colpite dal Covid e la cui economia dipende di più dal turismo. Il primo dei due fattori non è secondario: essere stati poco toccati dalla pandemia significa anche avere meno coscienza di cosa possa provocare nella sanità e nella società. Pertanto il “digital green Pass”, il lasciapassare dell’Ue, è una grande occasione. Lo scorso 15 aprile abbiamo ricevuto un’ottima notizia dal commissario UE per il mercato interno, Thierry Breton.
A quanto pare, sul certificato verde, a livello europeo, si sta procedendo velocemente dal punto di vista tecnico e legislativo. Dal 1° giugno sarà pronto il sistema operativo del pass che funzionerà tramite “app”. La burocrazia italiana non deve diventare un ulteriore ostacolo, ma dobbiamo impiegare questi mesi per rendere questo strumento immediatamente operativo. Si rischierebbe di perdere anche la prossima stagione estiva rincorrendo la chimera della ripartenza a tutti i costi, scommettendo tutto sui vaccini come “lasciapassare collettivo” e sarebbe un errore imperdonabile.
A proposito di vaccini, nei giorni scorsi ALEA aveva lanciato l’idea di estenderne la somministrazione anche agli operatori turistici, per vincere la sfida delle “isole Covid free” in vista dell’estate. Ma tutto è ancora in alto mare…
Federturismo Confindustria in ambito nazionale ed il gruppo tecnico Turismo di Confindustria Puglia in ambito regionale, nei tavoli di partenariato istituzionale chiedono a gran voce, da mesi, di inserire gli operatori del settore turistico nel piano vaccinale. Siamo comunque consapevoli delle difficoltà nella programmazione e nell’attuazione di un programma di prevenzione di questa portata; coperte le fasce d’età più a rischio a causa del Covid e i più fragili, bisognerebbe continuare a lavorare tutti insieme e pancia a terra su nuovi protocolli regionali per vaccinare al più presto tutti gli operatori del comparto turistico della Puglia, anche alla luce dell’accordo siglato a Roma tra le parti sociali e i ministeri di Salute e Lavoro, che fissa le linee guida con i requisiti minimi per effettuare la campagna vaccinale nelle aziende, di cui Confindustria si è fatta parte diligente.
Che estate vivrà la Puglia?
Molto realisticamente, la prossima stagione estiva sarà uguale a quella dello scorso anno, ovvero improntata sul turismo di prossimità. Occorre dunque lavorare su nuove forme di turismo ecosostenibile, come ad esempio il bike (cicloturismo) e gli itinerari “slow”, grazie ai nostri magnifici campi di ulivi secolari, le scogliere mozzafiato, le nostre chiese rupestri, ed i nostri borghi, vale a dire tramite i nostri tesori delle aree rurali: il cuore e l’anima della Puglia. Questa crisi può diventare una grande opportunità per riflettere e rimettere in discussione il nostro modo di offrire turismo; è il momento di iniziare a valorizzare e capitalizzare quello che abbiamo, i nostri innumerevoli attrattori, i borghi, i parchi, le nostre tradizioni culinarie e la nostra cultura, puntando a rimodulare la nostra offerta turistica, partendo innanzitutto dalla politica dei prezzi. Sarà necessario proporzionare l’offerta non aumentando i prezzi, sebbene viviamo da sempre l’illusione che il guadagno immediato porti benessere.